In tempus de gherra faulas pedichinanne in terra
di Francesco Mariani

13 Aprile 2022

3' di lettura

Nella guerra della Russia contro l’Ucraina, come in tutti i conflitti moderni, le tecnologie digitali e la propaganda mediatica hanno un potere devastante quanto le armi da fuoco. Già dai tempi antichi si sapeva che la verità è la prima vittima della guerra.

In sardo si dice “in tempus de gherra faulas pedichinanne in terra”. Cambiano i tempi, i contesti, ma la sostanza è sempre quella: motivare, giustificare, l’uso delle armi piuttosto che la collaborazione e la pari dignità. La storia di Troia, dell’impero romano, ed infiniti grandi e piccoli poteri ne sono esempi. Oggi però, con i social media, internet e gli smartphone, trasformare le informazioni in armi è diventato più facile e veloce che mai, con una portata senza precedenti. La falsa notizia si diffonde per prima e poi, se c’è tempo, arriva, se arriva, la correzione giustificativa, con tanto di se e però. Gesù ci insegna che la verità viene prima di tutto, che il potere non sostituisce “la fame e sete di giustizia e di pace”. Noi siamo attenti, il più delle volte per finzione, ad altre forme di fame e di sete e ci dimentichiamo dell’essenziale.

Il potere mondano, di qualunque colore, anche ammantato di democrazia, specie se declinato in versioni personalistiche o leaderistiche, ha un bisogno intrinseco della menzogna per rafforzarsi e perpetuarsi.

Il Vangelo ci racconta che i più grandi menzogneri avevano a che fare col Tempio, con la religione, con gli intrallazzi con Roma imperiale. Il potere inebria, seduce, induce all’ipocrisia, alla finzione, alla menzogna perché è esso stesso una menzogna. Il potere mondano ha una strutturale tendenza a diventare dittatura. Potere, ossia capacità di farti fare ciò che voglio io. Controllare il tuo modo di vivere, pensare, sentire. Non si tratta solo di corpi ma anche di coscienze.

In ogni caso c’è una esondazione che necessita della menzogna. La quale è cosa diversa dall’errore, perché è programmata, studiata, consapevolmente tessuta.

Non è un incidente di percorso ma un progetto pervasivo.

Per questo abbiamo bisogno del cattolicesimo, come correttivo critico alle derive autoritarie e alle menzogne del potere. E dico cattolicesimo e non cristianesimo per segnare una netta differenza con luterani e calvinisti.

Per questi, siccome gli uomini sono peccatori, è meglio che uno solo comandi, o siano in pochi a farlo. La persona asservita allo Stato. Quella tragica considerazione in cui Hegel scrive che le singole persone sono pagine bianche nel quadrante della storia. In sardo si dice “bi ses in su mundu ca b’at loccu”.

Ossia, sei nessuno. Nelle guerre i torti e le ragioni non sono mai netti (se non nei film americani, dove inevitabilmente gli americani hanno sempre ragione e tutti gli altri torto). Gesù ci insegna che la “verità vi farà liberi”, Biden e Putin citano Giovanni Paolo II e l’evangelista Giovanni per coprire le loro falsità.

Per entrambi anche la religione è “instrumentum regni”, marchingegno del potere. E per noi dal cuore semplicemente cattolico è un calice che non possiamo bere. Specie in questo periodo che ci spalanca le porte della Pasqua.

Condividi
Titolo del podcast in esecuzione
-:--
-:--