Francesca Congiu al firmacopie (ph Martina Corbu)
Il caldo abbraccio di Francesca, parole di straordinaria normalità
di Franco Colomo

14 Aprile 2022

4' di lettura

Oliena - Ne ha fatta di strada Francesca da quando ha iniziato a scrivere le sue riflessioni su un quaderno, la sera, per rilassarsi prima di addormentarsi. Adesso, giovane donna alla soglia dei 40 anni, vede la luce la sua prima raccolta di poesie, In un caldo abbraccio, edita a cura de L’Isola, l’associazione che in questi anni è diventata la sua seconda casa.

Emozionatissima, impeccabile nel trucco e nella piega, ha scelto per incorniciare il suo sorriso un fucsia luminoso e per gli abiti la tonalità pastello del rosa.
Nella sala della biblioteca comunale di Oliena tanti i compaesani che hanno voluto omaggiarla con la loro presenza, a partire dalle istituzioni, rappresentate dall’assessore alla cultura Lara Serra che ha portato il saluto iniziale. La coordinatrice dell’associazione, Marika Scalas, ha ricordato come Francesca abbia «il dono di saper mettere per iscritto pensieri ed emozioni che tutti proviamo», come in una delle poesie più belle della raccolta, Mamma.
«È quello che un giorno/ vorrei sentirmi dire/ da mio figlio, mamma/ un suono dolce pieno di amore/ è la voglia di vedere per la prima volta/ la pancia crescere/ e sentire qualcosa/ che si muove dentro di me// Vorrei sentire il tuo cuore battere/ e guardare la mia vita con occhi diversi/ la mia gioia più grande/ è sentirmi chiamare mamma o Madre con la M maiuscola/ e scaldare un bambino che cresce/ riempirlo di baci e carezze// Ecco il mio desiderio più grande/ essere chiamata per la prima volta/ mamma».

Francesca, al centro, insieme a Marika Scalas, a sinistra, e Silvia Corbu, a destra (photo by Martina Corbu)

I lettori del nostro settimanale già la conoscono, proprio su queste pagine per la prima volta l’autrice ha avuto modo di confrontarsi con un pubblico di lettori curando la rubrica Il quaderno di Francesca.
Ora un prezioso volumetto propone una scelta della sua vastissima produzione, suddivisa – come ha sottolineato Silvia Corbu in sede di presentazione – in tre sezioni: autoritratto, riflessioni e attualità.
Parole che dicono di una piena coscienza di sé come donna all’interno della società, del suo vissuto, dei suoi desideri, dell’occhio con il quale legge la realtà di ogni giorno con le sue contraddizioni e pericoli – il razzismo, il bullismo, la violenza – sino alla pandemia e ai vaccini.
Non mancano, naturalmente, i versi dedicati alla propria famiglia e al proprio paese ai quali il libro è dedicato.

La prefazione del volume illustra chiaramente il senso di quest’opera, «il nostro progetto de L’Isola – si legge – parte per affrontare e risolvere il problema del “durante” e del “dopo di noi”, garantendo il rispetto dell’individualità, della dignità e della qualità di vita delle persone con disabilità.
Intende offrire anche in età adulta un percorso di autorealizzazione che permetta il raggiungimento e il mantenimento di un buon equilibrio nell’area affettiva relazionale, in quella lavorativa-occupazionale e in quella residenziale».
In questo si inserisce pienamente il sogno di Francesca per la cui realizzazione tante persone, dietro le quinte, si sono spese. Nell’ottica di una sempre maggiore indipendenza è nata la casa Famiglia dell’associazione che cerca di dare risposta al «vuoto istituzionale che si crea nel momento in cui le persone diversamente abili escono dal circuito scolastico e si ritrovano senza una adeguata rete di supporto».

Da parte sua Francesca ha voluto ringraziare i familiari, i genitori e le sorelle, la comunità di Oliena, le operatrici de L’Isola: «Mi sento felice e orgogliosa di questo traguardo. Mi sono impegnata tanto. Grazie a tutti quelli che hanno creduto in me e che mi hanno dato fiducia». Una dedica speciale, un caldo abbraccio, anche alle donne e ai bambini dell’Ucraina.

La sindrome di down, alla luce di tutto questo, non è che un dettaglio. «La sindrome di down – si legge nell’omonima poesia che chiude il volume – non è una malattia ma è un vantaggio/ perché possiamo fare molto di più// Sappiamo comprendere le cose che vogliamo».

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