Fruttivendole di Oliena in piazza San Giovanni (ph Folchetti - archivio L'Ortobene)
Furti e arresti muliebri nella Nuoro di fine ‘800
Come eravamo. Capretti rubati a Lollove e rivenduti al mercato
di Redazione

21 Settembre 2022

2' di lettura

Corriere di Nuoro. Rapina – Furto –

NUORO, 21. – La notte scorsa a certo Mauro Goddi, noto Zumburru, pastore da Orune, furono rubati con violenza diciotto capretti nella campagna di Lollove.
Il Goddi malgrado la sua tarda età, si recò subito a denunziare il fatto all’autorità e poi se ne venne a Nuoro per fare delle indagini. Sua prima cura fu quella di visitare la piazza San Giovanni, dove trovasi il mercato; fingendo di voler acquistare della carne osservava i segni che i capretti uccisi portavano all’orecchio.
Giunto così al banco del macellaio Salvatore Selloni, il quale avea tre capretti e stava lontano dal banco godendosi il sole poiché era già il pomeriggio.
Il Goddi riconobbe subito per suoi i tre capretti e manifestò ciò al Selloni. Il Selloni gli rispose che aspettasse un momento, dovendo parlare con una donna di Lollove, e si allontanò. Ma poco dopo ritornò al macello trascinandosi dietro una donna che piangeva e cercava inutilmente di svincolarsi.
In quel mentre passavano davanti al mercato, per combinazione, due guardie di pubblica sicurezza che, informatesi del fatto, sequestrarono i capretti ed arrestarono la donna, che è certa Pusceddu Francesca.
Messala al sicuro in caserma, le guardie, accompagnate dal Goddi, si recarono al macello di Pietro Espa e vi sequestrarono un altro capretto rubato.
L’Espa riferì che quel capretto glielo aveva venduto l’orunese Pera Zau, il quale fu presto arrestato in città.
I carabinieri sono partiti per la borgata di Lollove a fare ulteriori ricerche.

L’altra notte fu rubato un maiale a Giovanni Belloi. Caduti i sospetti su certo Antonio Selloni, i carabinieri si recarono nella sua abitazione posta nel rione San Pietro; avendovi trovato una quantità di lardo trassero in arresto il Selloni. Andarono poi in casa di Paolo Galante e trovandovi carne di maiale arrestarono anche lui. Infine procedettero all’arresto di Murgia Antioca.
Questi due arresti muliebri farebbero credere che non tutte le gentili figlie d’Eva si limitano a rubare i cuori: qualcuna ci ruba anche i capretti ed i maiali, il che, ne converrete meco, è meno sentimentale e meno piacevole.

Da La Nuova Sardegna del 23 gennaio 1899

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