Finanziaria regionale, il consiglio come un suq
di Redazione

8 Febbraio 2023

3' di lettura

Nei corridoi del Consiglio regionale raccontano, a mezza voce, l’imbarazzo iniziale dei giorni scorsi, quando l’aula si è trasformata improvvisamente in un suq. Più d’uno sostiene di aver sentito una sorta di sparo che ha dato avvio alla campagna elettorale per le urne del 2024, quando in un colpo solo – anzi, in due – si voterà per la Regione e per il capoluogo sardo.

Logico dunque che la Finanziaria si tramutasse in un’occasione troppo ghiotta per distribuire favori e prebende ad amici e consorterie da lisciare in vista del voto. Nessuno sconto per nessuno: l’aula è tornata a sembrare quella di una scuola, di quelle dove in fin dei conti si è tutti compagni a prescindere dalla provenienza e altri dettagli. 

Così, del mercato delle vacche ha finito per approfittare anche la minoranza del Consiglio, suggerendo commi e articoli da aggiungere al documento contabile nel segreto dell’assemblea: difficile infatti per i comuni mortali risalire in tempi brevi al presentatore del singolo emendamento. 

A poco serve scorrere nel dettaglio la copiosa lista delle spese, come altri hanno già fatto scandagliando il pozzo nero dei regali fatti a mezza Sardegna. Cifre grandi, piccole e spesso piccolissime, denaro a pioggia e spesa parcellizzata. Dicono che bastasse accostarsi ai banchi della giunta, o suggerire quattro frasi nell’orecchio di qualche influente esponente della maggioranza, per essere accontentati in pochi minuti.

Quasi nessuna visione di insieme, come ci si aspetterebbe dalla massima assemblea legislativa dell’Isola. Non un pensiero prospettico, un intervento complessivo destinato a portare benessere ovunque. No, nulla di tutto questo: c’è stato anche qualche onorevole che, tra i comuni sardi, ha pensato bene di sceglierne soltanto alcuni per destinare fondi per ristrutturazioni edilizie o rifacimenti di strade.

E così via con enti, associazioni, circoli improbabili e feste di paese, stile anonima sagra della porchetta. L’altro trucco contabile utilizzato in qualche caso è stato indicare un destinatario sicuro dei fondi, ma con una destinazione talmente ampia e indefinita da permettere di usare i soldi per (quasi) qualunque finalità.

Miracoli da campagna elettorale in arrivo: serve difendere la poltrona, o – in caso di mancata rielezione – un avvenire comodo e confortevole, passando alla cassa dai beneficiati. Poche righe su un foglio formato A4 possono fare ancora molto, per gli onorevoli. Qualcuno si è affannato a sottolineare che si trattava dell’ultima finanziaria: in realtà è la penultima, cosa possa accadere a fine 2023 è tutto ancora da scrivere.
E pazienza per la continuità territoriale o per la sanità. A quelle – è stato il pensiero diffuso in aula – ci pensi la giunta. 

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