È vivo il ricordo di don Falconi
di Fabrizio Ungredda

10 Ottobre 2022

3' di lettura

La festa ritrovata nel segno del sacerdote che si è impegnato tantissimo per valorizzarla. A Posada, il comitato della festa di San Michele Arcangelo, dopo i due anni di pausa imposti dalle limitazioni per la pandemia del Covid, ha voluto dedicare in occasione della ripartenza della sagra uno spazio in ricordo di don Antonio Falconi. Il sacerdote, originario di Fonni che lo scorso anno è venuto a mancare all’età di 85 anni, a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta dello scorso secolo, aveva amministrato la parrocchia di Sant’Antonio Abate di Posada. Una guida spirituale per la comunità dei fedeli del centro costiero baroniese che aveva lasciato un segno indelebile durante il suo mandato di parroco, proprio attraverso la valorizzazione della festa in onore di San Michele.

Con la collaborazione dell’intera comunità posadina, che aveva spinto personalmente ad intervenire, la piccola cappella del santuario campestre, diventata nel corso del tempo un rudere inutilizzabile, venne ristrutturata è rimessa a nuovo. In precedenza la sagra veniva sempre rinnovata ogni anno, ma i luoghi del santuario erano spogli e il terreno completamente incolto. Don Falconi con le proprie forze lo aveva trasformato in un giardino impiantando alberi e creando i presupposti affinché la sagra di San Michele venisse valorizzata nel modo che ancora oggi viene riproposta. Propose l’istituzione di un comitato di fedeli che si occupasse della conservazione del santuario e per la preparazione del pranzo sociale che ogni anno viene allestito in occasione della festa grazie al contributo dell’intera comunità. Le persone che lo hanno conosciuto lo ricordano per il sorriso che elargiva a tutti.

Venerdì 23 settembre, in occasione della messa dei malati che l’attuale parroco, don Carlo Sedda, ha officiato durante il novenario dedicato a San Michele, è stato svelato un manufatto – un leggio in grantio con sopra un libro in ceramica – in ricordo del sacerdote fonnese. È stato il comitato presieduto da Tiberio Depalmas e composto quest’anno dalle leve del ‘50 e ‘51, ‘60, ‘70 e ‘71, a commissariare il lavoro facendolo sistemare al bordo del sagrato della cappella campestre. Alla funzione religiosa hanno preso parte anche i parenti di don Falconi che per riconoscenza alla comunità di Posada hanno donato un crocifisso da mensa che è stato subito posizionato sull’altare della chiesetta. A concelebrare l’Eucaristia, anche il parroco di Torpè, don Giuseppe Sanna e quello di Siniscola, don Antonello Tuvone che essendo nato e cresciuto a Posada da bambino aveva conosciuto don Falconi: «È anche grazie a lui se oggi sono un sacerdote» ha affermato don Tuvone. Poi la piccola cerimonia di svelamento del libro che riporta la foto di don Falconi e una poesia in limba scritta da Bustianu Calvisi, che testimonia la riconoscenza di Posada nei confronti del sacerdote fonnese: «Como non bi est prusu, si chest andadu e so siguru chi est in paradisu, ma Pasada non l’ada irmentigadu su trattu sou bellu su sorrisu. Pro cussu occannu custu commitadu de li fagher sa dedica ad’dezisu, ca bat postu fatigas e suores e sa idda li rendet sos onores».

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