23 Novembre 2024
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Manifesta un certo imbarazzo solo all’idea di concedere un’intervista; di mettersi in posa per scattare una foto che accompagni l’articolo neanche a parlarne. Don Giovanni Cuccu, sacerdote da più quarant’anni e nato a Orgosolo nel 1954, è protagonista in questo numero del settimanale nonostante la «paura di apparire» in virtù della consapevolezza di una vocazione da vivere con semplicità e nel nascondimento. Lui stesso afferma di non aver niente di straordinario da raccontare: «un ministero dove tutti i giorni si offre umilmente un servizio»; eppure questa quotidianità è il tempo in cui incontrare donne e uomini, giovani e anziani i quali fanno i conti con la straordinarietà e l’imprevedibilità dell’esistenza davanti al mistero del male e della morte. Don Cuccu, infatti, è stato recentemente designato dal Vescovo come cappellano del cimitero comunale di Nuoro, dopo la morte di don Vincenzo Salis. Qui celebra le due Messe settimanali al mattino del lunedì e del sabato, come recentemente ha guidato i riti importanti dell’Ottavario dei defunti nei primi giorni del mese corrente, vissuti insieme a monsignor Mura e alle comunità parrocchiali del capoluogo. «Talvolta si pensa che le visite alle tombe dei propri cari tra l’1 e il 2 novembre siano fatte per abitudine, altresì si potrebbe supporre per le commemorazioni previste nel Giorno dell’Unità nazionale; personalmente ho avuto il piacere di constatare uno speciale e un sincero coinvolgimento soprattutto nella partecipazione alla Messa». Don Cuccu riporta questa testimonianza leggendo con saggezza la storia presente, dato che inevitabilmente recenti fatti di cronaca nera in città e le tragedie consumatesi in altri paesi della Diocesi hanno toccato il cuore di ciascuno, lasciando tanti interrogativi. «La preghiera per coloro che non sono più tra noi porta con sé ricordi struggenti e sentimenti di mestizia… ma sprona l’animo a guardare oltre con speranza per trovare consolazione e un senso più profondo». Il sacerdote, a questo proposito, riferisce quanto sia numerosa la presenza maschile all’Eucarestia nei suddetti giorni settimanali (fatto che fa veramente notizia se si tiene conto delle assemblee liturgiche nei giorni feriali del territorio), citando il vivo interesse dei convenuti quando, finita la celebrazione, ci si reca al luogo dove riposano le spoglie di coloro per i quali si è offerto il suffragio: «Se non potranno esserci quelle chiare risposte ad alta voce durante il rito della benedizione del sepolcro a causa dell’emozione capace di troncare il fiato, dagli occhi, dalla compostezza, dal silenzio mi accorgo di quanto sia alta e vera la religiosità di familiari e conoscenti».
L’attività di don Cuccu continua anche negli ospedali San Francesco e Cesare Zonchello sempre a Nuoro, dove dal 2022 è stato chiamato a offrire la cura pastorale dei pazienti, prima al fianco di don Bernardo Domaigné e poi accanto al neo nominato don Ruggero Bettarelli: «Grazie all’aiuto del personale medico, degli operatori e dei volontari, il compito di noi cappellani è quello di stare vicino a quanti sono nel dolore, affinché anche la Parola di Dio e i sacramenti siano ricevuti – fra diverse cure – come medicina che possa regalare ristoro e pace interiore». Esperienza forte per il prete orgolese è quella dell’hospice, in riferimento sia a chi soffre sia ai parenti o amici dei degenti: «Con realismo si accettano i tristi epiloghi di malattie difficili da combattere, un’accettazione che non vuol essere rassegnazione in senso negativo, ma volontà di accogliere ogni attimo donato da Dio e il coraggio di andare avanti».