Il peccato originale e le guerre degli uomini
di Francesco Mariani
14 Aprile 2022

La guerra è il ripetersi materiale e tangibile, oggi, del peccato originale di Adamo ed Eva, che si propagò come un incendio devastatore e spinse Caino (e tutti i Caino dopo di lui) a uccidere il fratello Abele. Il peccato del primo uomo e della prima donna è solo l’inizio di una catena di peccati, nel mondo e del mondo, che giunge fino a noi. Le guerre sono come gli anelli di questa interminabile catena.
Dio e la nostra coscienza ci dicono che si tratta di un frutto da non mangiare eppure continuiamo a coglierlo e a cibarcene, convinti di dominarlo e presuntuosi artefici di cosa, come e quando, sia bene o male.
Pertanto parliamo anche di guerre “sante” e “giuste”. La disobbedienza a Dio di Adamo ed Eva, il nocciolo del peccato originale, va coniugata con l’omicidio fraterno che ne consegue. Paradossalmente, Caino, spinto dall’invidia, uccide il fratello per essere più gradito a Dio, che prediligeva Abele. (Gen 4,4-5). Adamo ed Eva disobbediscono per “diventare come Dio”, Caino uccide per essere “più gradito” a Dio. Esattamente come avviene nelle guerre sante. La guerra è, insieme, la causa e l’effetto del peccato originale. È interessante notare l’Antico Testamento è per buona parte una storia di guerre, personali e di popolo. Il rapporto di Israele con i popoli circostanti è quasi sempre conflittuale come pure sono segnati spesso dalla violenza gli equilibri interni del popolo eletto. Bellicosa è anche la grammatica e il vocabolario usata dall’uomo che cerca di dare un volto a Dio.
Di volta in volta viene descritto come “Signore degli eserciti”, ineguagliabile nell’usare arco e frecce, spade affilate, scudi e lance; circondato da guerrieri… Del resto, “ militia est vita hominis super terram” si legge in Giobbe. Il maligno, il grande seduttore, continua a ripeterci che “la mela” è buona da mangiare, che la guerra Dio non la vuole non perché ingiusta ma per impedire agli uomini di essere onnipotenti come Lui. E noi ci lasciamo sedurre e persuadere.
La cultura laica moderna non parla del peccato originale e fa di tutto per non pensarci. Poi ammette che esistono pulsioni strutturali nell’uomo, come quella della distruzione (Freud); oppure che c’è un «male radicale che non può essere distrutto dalle forze umane» (Kant).

La Chiesa ci insegna che questo “male radicale” si chiama peccato originale e da esso solo Dio ci salva. Non a caso, per secoli abbiamo pregato “ A peste, fame et bello, libera nos Domine” individuando nella guerra, insieme alla fame e alle epidemie, i peggiori guai da cui appunto si pregava Dio di essere preservati. A Dio non si chiedeva che cancellasse per sempre dalla faccia della terra queste tragedie. Si chiedeva di non doverle subire, coscienti che pesti, fame e guerre le avremo sempre tra di noi, figli di Eva. «Le nuove generazioni nasceranno senza il peccato originale», scriveva Che Guevara. Chi fa queste promesse finisce per essere il più guerrafondaio e violento di tutti. Perché pretende di instaurare il paradiso in terra facendo gli uomini a sua immagine e somiglianza. Qualunque espediente semplicemente umano non è in grado di impedire che la guerra accada.
Ci sono e ci saranno sempre infiniti motivi (economici, geografici, culturali, politici, religiosi…) che la accendono e non c’è nessuna istituzione umana, Onu compresa, in grado di spegnerla per sempre, nei nostri cuori e nelle nostre menti prima di tutto. Perché anche ognuno di noi, nel suo piccolo, nei suoi rapporti interpersonali, spesso non si comporta diversamente da Putin, Biden e compagnia bombardante.
Questa guerra in Ucraina, nel cuore dell’Europa ex-cristiana, vede Putin (ufficialmente ortodosso e devoto della Chiesa russa) citare San Giovanni evangelista; Biden (che si dichiara cattolico) evocare Giovanni Paolo II. Ad entrambi di Gesù Cristo non importa un bel niente.
Nel migliore dei casi possono utilizzarlo ma in fondo non ci credono. Noi siamo invitati ogni giorno, nel dire il Padre Nostro, ad essere diversi, a cercare la pace, ad invocarla ed amarla. Ogni giorno trascorso senza questa preghiera è un giorno perso.
È come se davvero Cristo non fosse risorto.

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