Circolo Peppino Catte, osservazioni e proposte sul Pums
di Redazione

24 Aprile 2023

6' di lettura

Il primo dato rilevante è la grandissima partecipazione e l’interesse suscitato dal tema in discussione. Si discute non solo di viabilità e traffico, ma di moltissimi temi urbanistici, di scelte molto importanti che se non ben integrate e fatte con la dovuta condivisione e consapevolezza, saranno decisive per il futuro di molte aziende e di tante famiglie .

La gravissima crisi in atto, denunciata ancora ieri dall’Associazione Industriali, rischia di essere irreversibile e suggerisci a noi tutti di ritirare le deleghe politiche fatte in passato e ritornare alla diretta e costante partecipazione diretta.  Qualche giorno fa per riattivare un ampio processo partecipativo, auspicando un rapido ritorno all’impegno politico, il Vescovo di Nuoro ha dovuto coinvolgere ben 4 ex presidenti regionali, e non solo. La finalità era quella di promuovere un rinnovato impegno politico rimettendo il cittadino,la persona, al centro di ogni obbiettivo di impegno sociale.

Il monocolore, ex coalizione civica, che ancora guida la nostra città, secondo noi, non è in più in grado di recepire la forte spinta critica  e propulsiva, di coloro che ogni giorno toccano con mano le macroscopiche criticità della nostra città. Criticità che con il trascorrere del tempo anziché risolversi si stanno purtroppo  sempre più aggravandosi.come denunciato in questi giorni dall’ennesimo appello della stessa Confindustria. 

Che fare? Punto per noi essenziale ed urgente:

servono nuove scelte politiche che riportino nel nostro centro storico almeno una parte dei figli e dei nipoti  delle famiglie espulse in passato verso una città che si allungava a dismisura. Si à sognata la città degli 80 mila nuoresi con una crescita demografica che, puntando sulla chimica di Ottana, che non arriverà più. E’ cresciuta verso il Nuraghe, Istiritta, Ugolio, Su Berrinau, Città nuova, Città giardino, Preda istrada e Monte Jaca, in rioni dormitorio con pochissimi servizi svuotando di ogni energia l’antico centro urbano che ruotava attorno al corso Garibaldi.
Abbiamo così emarginato  un enorme patrimonio umano fatto di oltre 300 nuclei nuovi nuclei familiari che  da anni attendono invano l’assegnazione di un abitazione dignitosa. Non potranno mai, per evidenti ragioni reddittuali, né comprarsela, né costruirsela. Hanno bisogno del sostegno pubblico. Sono una enorme ricchezza, unica, che dobbiamo sostenere per far crescere la nostra comunità che rischia di scomparire in silenzio.

Non possiamo continuare ad espellere più nessun nuorese. Dobbiamo interrompere la fuga. Si parla tanto di spopolamento, in decine di convegni, senza mai proporre soluzioni reali. Senza famiglie i centri storici non esistono. Area (ex Iacp) e il comune debbono, a nostro avviso, comprare ed affittare subito, gli  immobili per queste  nuove famiglie. Sono una realtà che preme e hanno diritto alla dignità che solo un alloggio idoneo può restituire loro.

In futuro tutti gli enti pubblici, in tutta la Sardegna, anziché consumare nuovo territorio, in  aree periferiche, dovranno a nostro avviso investire importanti  risorse nel recupero dei numerosissimi immobili vuoti in città, sparsi un po’ ovunque, se valorizzati e trasformati in residenze per i nostri concittadini posso contribuire alla valorizzazione dei nostri centri storici e allo sviluppo della nostra rete commerciale fatta per lo piu’ da aziende familiari, prevalentemente nuoresi.

Questa scelta deve coniugarsi con un costante e proficuo dialogo con i moltissimi  eredi di antiche famiglie ,tutte note,  che ormai da generazioni hanno lasciato la nostra citta’ e vogliono cedere gli immobili non piu abitati. Vivono ormai altrove da decenni, a Londra, a Parigi, Milano, Firenze, e vogliono liberarsi di immobili divenuti un peso manutentivo e fiscale e  destinati ad un lento degrado. Molti di questi immobili vuoti a Seuna, San Pietro, ed al Corso lo “urlano” inutilmente  da decenni e con il loro degrado contribuiscono pesantemente  a rendere il nostro centro indecoroso, non accogliente, allontanando clienti e  visitatori e creano emergenze igeniche sanitarie e  pericoli di  staticità. (leggasi crolli improvvisi): un macroscopico esempio è la ex casa fianco al banco di Sardegna che tutti  fingiamo di non vedere da decenni.

Altra emergenza,  che contribuisce a sottrarre al nostro centro storico importanti attrattive di flussi di visitatori, è rappresentata dai troppi immobili comunali inutilizzati. Nati con una  vocazione culturale e museale , quali centro polivalente di via Roma, casa Ciusa, ex Tribu, casa Chironi, casa con i contrafforti, casa Fadda in via Sulis, la casa natale di Sebastiano Satta, sono di fatto una sottrazione di evidenti risorse commerciali per il ns centro e lo dimostrano il volano di flussi virtuosi che, sia il Man, che spazio Ilisso, determinano quotidianamente.

L’emergenza più clamorosa, che può essere sanata subito, è  rappresentata dall’ostinata chiusura della porta del parco deleddiano, posta di  fronte la casa museo della Deledda, dove convergono oltre 20 mila visitatori all’anno senza che nessuna istituzione, ne pubblica ne privata, se ne occupi per trasformarli  in risorsa economica.

Rapporto tra residenti, clienti ed aree di sosta che possono incrementarsi senza stravolgimenti importanti..

Un’area che può rapidamente dare risposte importanti e’ il piazzale fronte la cattedrale che,  con l’acquisto del giardino della casa Zuddas aprendo un serio  confronto sul possibile utilizzo di  almeno la meta’ del giardino del museo archeologico, che manterrebbe comunque gran parte della sua attuale fruibilità. Inoltre per la vicinanza al Corso dell’area di sosta accanto alla chiesa può essere raddoppiata già oggi, con un tracciamento a spina di pesce.

Altra ipotesi, da approfondire con la collaborazione dei migliori esperti del settore, può essere l’enorme potenzialità delle aree retrostanti la cattedrale che si affacciano verso monte Jaca il monte e Oliena. 

Vi sono poi diverse aree private, sparse in diverse zone del centro, che se acquisite, (acquistate non espropriate) possono dare un notevole contributo per mini spazi di sosta, che sommati  possono però risolvere diverse criticità esistenti. le abbiamo individuate in via Dante, via Aspromonte, via Malta, accanto al tribunale e in via Ferracciu. Così come, in moltissime strade si possono aumentare il numero degli spazi di sosta con la semplice introduzione dei parcheggi a spina di pesce.

Infine insistiamo sulla costituzione di una commissione permanente aperta agli aventi interesse per mantenere aperto questo interessante tavolo di confronto e dialogo ormai inprescindibile.

Ing. Tonino Cavada
Segretario del Circolo Culturale Peppino Catte

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