Un fotogramma del film Ecce bombo di Nanni Moretti (1978)
Ammissione alla maturità, Isola in coda. Ma è la dispersione che deve preoccupare
di Bachisio Porru

29 Giugno 2023

4' di lettura

Dei 12.927 candidati all’esame di maturità nel 2023 in Sardegna, l’8,2% non è stato ammesso a sostenere gli esami. Secondo i dati forniti dal Ministero si tratta della percentuale più alta d‘Italia, seguita a distanza dalla Liguria, 5,2% e dalla Valle d’Aosta con 4,6%. La minor percentuale dei non ammessi si registra in Campania col 2,7% e in Molise col 2,8%. La percentuale media nazionale è invece del 3,6%. Coloro che vengono ammessi agli esami superano poi la prova nella quasi totalità dei casi. Tra il 2017 e il 2022 la percentuale di respinti alle prove finali oscilla tra lo 0,5 e lo 0,2%. Sono numeri che di per sé non dicono molto sull’andamento delle prove di Maturità poiché sono in linea con quelle degli anni precedenti la pandemia di Covid-19, sia in Italia che in Sardegna, che è risaputo essere il fanalino di coda del sistema nazionale e non solo in questo caso. Al più ci sarebbe da considerare il perché le regioni meridionali e le due isole maggiori, stabilmente tra quelle col più alto tasso di dispersione scolastica, siano poi quelle che registrano le votazioni più alte al conseguimento della Maturità, senza distinzione tra quelle che hanno i numeri di ammissioni più alte, la Campania e quelle che hanno i numeri di ammissione più basse, come la Sardegna. Ma è questa una riflessione che sembra interessare poco sia il Ministero che le Regioni coinvolte. 

È tuttavia importante osservare che il nostro sistema, in quest’anno scolastico 2022-23, cerca di rientrare in normalità dopo i quattro anni condizionati in profondità dalla pandemia. La Maturità anno 2020 si risolse con un solo colloquio per i candidati di fronte a una commissione tutta interna e col solo Presidente esterno. Un anno drammatico con le scuole che, solo nelle grandi città o in centri serviti da una rete internet sufficiente erano riuscite a creare una piattaforma per la didattica a distanza (DAD) e che, oltre ogni norma consolidata, vedeva l’ammissione degli alunni alle prove finali con frequenza minima non inferiore al 5%. Si parlò allora di Scuola di guerra paragonando quell’anno scolastico a quello degli anni delle due grandi guerre del Novecento. Non è andata meglio nei due anni successivi. Nella Maturità 2021 sono ancora presenti commissioni interne col solo Presidente esterno, mentre la prova si basava su un colloquio predisposto sulla base di un elaborato-tesina. Nel 2022 stessa composizione delle commissioni con la reintroduzione delle prove scritte, una ministeriale e una predisposta dalla commissione interna. L’esame della Maturità 2023 cerca di ritornare alla situazione prima del Covid ripristinando lo stato ex ante: commissioni miste, tre commissari interni e tre esterni più il Presidente. 

Come si vede le ultime quattro sessioni della Maturità riflettono abbondantemente le difficoltà che il nostro sistema scolastico ha attraversato nel periodo pandemico. Gli attuali maturandi hanno attraversato il periodo più difficile della nostra scuola essendo stati sorpresi dalla pandemia nel secondo anno del quinquennio. Essi spesso risiedevano nelle nostre zone interne, in località non servite da una adeguata rete internet e quindi tagliati fuori anche dalla DAD. In non pochi casi gli alunni o si ritirarono, o furono costretti a fare salti mortali per cercare vicino alla loro comunità di residenza dei punti in cui il segnale della rete internet permetteva un minimo di ricezione. Ciò portò l’allora ministro Azzolina a validare l’anno scolastico con la più bassa frequenza di sempre, con percentuale non inferiore al 5%. Ordinariamente si viene ammessi alle valutazioni finali con almeno il 75% della frequenza del tempo scuola. Ebbene, queste gravi difficoltà non hanno complicato ulteriormente la situazione scolastica nell’Isola. Nonostante gli sforzi delle amministrazioni, regionali e locali, nonostante l’impegno dei tanti operatori scolastici, la Sardegna continua ad essere tra le ultime regioni per quanto attiene alla dispersione oltre che per la percentuale delle non ammissioni agli esami di diploma. È certo molto più preoccupante la percentuale della dispersione. Perché a ben vedere, è proprio l’alta dispersione che poi si riflette oggettivamente anche nelle ammissioni alla Maturità, se non vogliamo cadere nell’errore dello stolto che vede solo il dito quando il saggio indica la luna.

Condividi
Titolo del podcast in esecuzione
-:--
-:--