La vendemmia (Photo by Gigi Murru)
Agrilogica, riconoscimento al Vinitaly per il rosso bio
di Franco Colomo

19 Maggio 2022

3' di lettura

Nuoro - Lungo le strade del vino del Nuorese è doverosa una sosta in località Ziminaru, qui nasce l’omonimo rosso prodotto dai soci della cooperativa Agrilogica. Una realtà giovane e dinamica che all’ultima edizione del Vinitaly di Verona ha ottenuto il prezioso riconoscimento nella sezione “Wine Without Walls” di 5StarsWines (la Guida dei vini selezionati durante l’evento, uno strumento utile alle cantine sia sul versante promozionale che commerciale) dedicata al vino certificato biologico, biodinamico o prodotto da aziende aderenti a protocolli e certificazioni di sostenibilità. Ziminaru ha ottenuto un punteggio di 90/100.

Alessandro Monni, enologo e socio di Agrilogica – insieme a Filippo, Pietro e Maurizio che ne è presidente – pur mantenendo un profilo basso e senza lasciarsi andare a facili entusiasmi si dice comunque soddisfatto, «è il primo anno che imbottigliamo vino biologico e questo è il primo riconoscimento». Biologico significa che nella produzione «sono utilizzate solo alcune classi di fitofarmaci e concimi ritenute a basso impatto per la salute della persona e della terra – spiega Alessandro. L’unico “nemico” di questi ultimi anni sono gli animali, soprattutto cinghiali e storni, mentre non ci sono state malattie».

Oltre ai due ettari e mezzo di vigneto a Ziminaru, terre anticamente confiscate alla Chiesa e divenute private, Agrilogica possiede un altro mezzo ettaro di vigneto in territorio di Mamoiada. I vitigni utilizzati sono Cannonau e Syrah, «che ben si adattano al nostro clima». Ziminaru – come si legge nella sua descrizione – è un «rosso biologico maturato in contenitori d’acciaio e messo in bottiglia dopo sette mesi di affinamento. È un vino fresco e leggero ma ben strutturato. Perfetto accompagnamento per qualsiasi pietanza di carne, pesce e dolci. Nel processo di produzione non si impiegano additivi di origine animale e può quindi accostarsi ai piatti della cultura vegetariana e vegana». Questo nome si è già fatto conoscere in città, «ora – spiega ancora Alessandro – abbiamo iniziato a esportare su Cagliari, all’estero invece non è periodo e non abbiamo i numeri. Possiamo competere sulla qualità». L’intento, insomma, è quello di rimanere “popolari” puntando sulla filiera corta come alternativa alla grande distribuzione.

Oltre alla vite la cooperativa si occupa di olivicoltura, sei ettari di oliveto sono a Nuoro e altri 4 a Bitti, «gli oliveti – dice Alessandro – sono per il 75% nuovi, solo tre ettari in produzione. A differenza della vigna negli ultimi tempi gli olivi non vanno bene, soffrono la siccità e le malattie e in generale il cambiamento climatico con un inverno che arriva sempre più tardi».

Per sua natura la cooperativa «prevede la mutualità prevalente, la nostra è una coop di produzione e lavoro che in Sardegna è usata pochissimo», sottolinea Alessandro. Oltre a occuparsi di coltivazione biologica Agrilogica si dedica «ad attività che hanno una visione di agricoltura multifunzionale assieme alla cura dell’ambiente e della collettività. La cooperativa valorizza i terreni che le vengono dati in gestione sia con tecniche di coltivazione specifiche, che attraverso servizi di ristoro, agriturismo ed escursionismo».
Meritoriamente, infine, la coop coinvolge persone che vivono in condizioni svantaggiate e negli anni ha impiegato lavoratori provenienti da programmi d’inclusione sociale.

Condividi
Titolo del podcast in esecuzione
-:--
-:--